Verso una condizione di vita migliore

Quando ormai cominciavo ad accettare il fatto che per il resto della mia vita avrei dovuto convivere con quello stato di malessere che sembrava avvolgermi e allo stesso tempo insinuarsi dentro me, attraverso l’aria che respiravo, l’acqua che bevevo e il cibo che mangiavo, poco prima che prevalesse anche sulla mia volontà di vivere al meglio la mia esistenza, di ricercare cosa veramente non andasse in me, varcai la porta dello studio medico della Dottoressa Piscolla e del Dottor Perotti.
Quasi per inerzia l’ho fatto, spinta e incoraggiata dalle parole di un ragazzo che, malato di sclerosi multipla, mi parlava di quanto fosse bello ricominciare a vivere, nonostante la sua situazione, dopo aver terminato il cammino di rimozione protetta delle amalgame dentali e di disintossicazione dai metalli pesanti, di come avesse riscoperto una forza interiore e uno slancio che da anni erano oramai sopiti.
Ricordo il primo incontro con i dottori e quella piacevolissima sensazione di essere finalmente compresa dalla medicina, lo stupore che provai quando loro per primi descrivevano i miei sintomi e le difficoltà patite per anni, prima che fossi io a parlarne.
Tutto era loro così già immediatamente chiaro e naturale da farmi ritrovare una serenità interiore inaspettata, dopo che per anni mi ero sentita dire di essere io la mia peggior nemica, io stessa causa di somatizzazione di presunti disturbi sociali e psicologici, io quella che fagocitava se stessa.
I miei problemi di salute iniziarono, invece, molto tempo prima del febbraio di quest’anno, quando ho cominciato, finalmente, il cammino di rimozione protetta e di disintossicazione dai metalli pesanti.
Risalgono all’inizio della mia adolescenza le prime carie curate con amalgame dentali e i primi sintomi di qualcosa che, lentamente, ma, inesorabilmente, cominciava a manifestarsi in me, dapprima sottoforma  di una leggera ma ripetuta febbre, sottovalutata dalla dottoressa di famiglia che non seppe cogliere i segnali di un sistema immunitario attivato contro un’aggressione esterna.
Il mio vero calvario cominciò con la rottura della parete di un dente, curato il precedenza con un’amalgama dentale contenente mercurio.
La leggera febbre, che mi accompagnava da anni, si trasformò repentinamente in una febbre molto alta, scambiata dapprima per la conseguenza dell’infezione al dente e che poi si dimostrò derivare dalla mononucleosi, che contrassi dopo pochissimi giorni dall’inizio della devitalizzazione dello stesso dente.
In seguito a ciò niente nella mia vita fu più come prima: io stessa, da socievole ed espansiva, diventai una ragazza insicura e introversa; vidi il mio corpo cambiare, dimagrire e assottigliarsi; il mio umore subire repentini cambi; l’amore appena sbocciato, ma, fortissimo per la danza sopirsi.
Oramai mi era impossibile trovare le forze per continuare a esercitarmi e studiare come avevo fatto prima.
Negli anni a venire l’astenia e l’apatia, insieme a infiammazioni muscolari, si fecero sempre più chiare e visibili tanto da costringermi a riposare giorni interi e a interrompere continuamente gli studi fino a quando mi venne diagnosticata la tiroidite di Hashimoto: avevo già 23 anni.
Grazie alle cure attente dell’endocrinologo che mi seguì riuscii a laurearmi, seppur con grandissima fatica e sacrificando sia la vita sociale che quella relazionale, con ottimi voti.
I sintomi che mi affliggevano e non mi permettevano di vivere bene, però, rimasero quasi inalterati e a questi se ne aggiunsero sempre di nuovi: crisi allergiche, dermatosi aspecifiche, candidosi ricorrenti, problemi digestivi e intolleranze alimentari.
Eseguii tutte le analisi possibili, dal semplice emocromo alle prove allergiche dell’Idi, mi sottoposi a indagini radiografiche ed endoscopiche che rivelarono tutta una serie di problematiche apparentemente non collegate senza, però, trovarne le cause.
Molto stanca di lottare contro quella che oramai era la mia condizione, ma mai scoraggiata, ho continuato, con grande tenacia e forza d’animo, a cercare la vera causa dei miei sintomi che fin troppo spesso, ritenevo, venivano associati prontamente alla tiroidite autoimmune.
Lessi ogni sorta di pubblicazioni o di articoli medici riguardanti la mia malattia e appresi della stretta connessione tra malattie autoimmuni e amalgame dentali, poiché il mercurio e gli altri metalli contenuti nelle otturazioni sono in grado di slatentizzarle.
Grazie a quello che definirei un grandissimo senso di dignità che negli anni mi aveva fatto assumere la parvenza di una persona introversa e apparentemente saccente, solo per nascondere una grandissima fragilità e un’ emotività estrema,  frutto di quel malessere che mi logorava e che da sempre aveva finito per spiazzare gli specialisti ai quali fino a quel momento mi ero rivolta, inducendoli a classificarmi frettolosamente come una malata immaginaria, trovai la forza necessaria per cercare disperatamente una condizione di vita migliore.
Già dalla prima visita trovai riscontro oggettivo di quei sintomi come l’astenia, la stanchezza cronica, la letargia e le intolleranze alimentari, che potevano anche apparire come soggettivi ai medici che mi avevano avuto in cura, ma non alla Dottoressa Piscolla e al Dottor Perotti, poiché ciò che ai miei occhi da subito è sembrato distinguerli da tutte le mie passate esperienze di paziente, è stato il loro approccio alla persona nella sua totalità.
Piacevolmente sorpresa da un iter inaspettato che ha previsto, inizialmente, l’ esame attento dei segni e dei sintomi dei malesseri, delle mie impressioni e delle sensazioni, del mio stato d’animo, del mio stile di vita e delle mie attitudini, da parte della Dottoressa, medico attento di altri tempi, sono stata, da subito, supportata, anche sulle basi del mineralogramma del capello, da un drenaggio omotossicologico e dall’azione rasserenante dei fiori di Bach preparando così l’organismo alla rimozione delle amalgame.
Questa eseguita dal Dottor Perotti, in maniera attenta protetta e cadenzata, con l’intento di non aggredire l’organismo stesso ma di permetterne lentamente la disintossicazione, ha seguito le linee guida internazionali; tutto scandito da un tempo che sembra dilatarsi e scorrere molto lentamente in un ambiente a misura di paziente.
A ogni rimozione protetta delle amalgame, senza mai abbandonare il drenaggio omotossicologico, ho avuto la sensazione che quel senso di malessere allentasse la presa e che un velo finalmente cadesse davanti ai miei occhi permettendomi di vedere i veri colori del mondo, finalmente nitidi, i rumori della vita e le voci che, fino ad allora avevo sentito come ovattati, erano pian piano sempre più chiari e io riuscivo a interagire con il mondo seguendone la velocità e l’intensità, non più come spettatore distaccato e distratto ma come attore.
Grazie alle cure e ai consigli quasi giornalieri della Dottoressa, che mai ha smesso né di interessarsi all’evolversi della mia condizione né di integrare il drenaggio omotossicologico e  la reintegrazione dei minerali e delle vitamine ad personam, sulla scorta dei risultati del mineralogramma e all’attento e preciso lavoro del Dottore, oggi ho ripreso gli studi e ho ricominciato a volgere lo sguardo verso quei sogni che, prematuramente, avevo dovuto riporre in un cassetto.
Terni, 7 dicembre 2010

M.V., 30 anni